Chi legge li usa talmente tanto e abitualmente che li dà per scontati; eppure la storia dei segnalibri è piena di curiosità. Conoscere questa storia permette di scoprire come nel corso della storia gli uomini si siano approcciati ai libri (anche quelli sacri) e come si è risposto all’esigenza di tenere il riferimento dell’ultima pagina letta.
La necessità del segnalibro
Leggere è per alcuni un piacere e per altri un dovere, come gli studenti che devono prepararsi per interrogazioni ed esami. Ma difficilmente si riesce ad avere il tempo necessario per completare una lettura continuativa di un libro. Più aumenta il numero delle pagine più si ha bisogno di interruzioni, che possono durare anche giorni e settimane. Ecco quindi che si deve segnare il punto nel quale si è terminata la lettura, per poi riprendere non appena possibile.
La storia dei segnalibri è quindi legata in maniera indissolubile alla parola scritta, quindi ai libri stampati. Anche se un primo manufatto di segnalibro è stato ritrovato in Egitto e datato intorno al VI secolo d.C., il grande successo si ebbe dopo la diffusione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg nel 1455.
Prima di quella data i segnalibri erano solitamente utilizzati per i libri sacri. I messali e i libri di preghiera dei monaci e dei sacerdoti cristiani, tanto per fare un esempio, contemplavano delle sottili strisce di stoffa (incollate al libro stesso), consentivano di riprendere la lettura, in questo caso la preghiera, in qualsiasi momento. Tale tipologia di segnalibri è ancora in uso sia nei libri della Liturgia delle Ore (con strisce di stoffa di diverso colore) che nel Messale (con delle piccole etichette che sporgono dal lato lungo della pagina).
I tipi di segnalibri
Quanto detto fino a questo momento ci permette di intuire come nella storia i segnalibri siano stati spesso oggetto di innovazione. Per questo possiamo riassumere le diverse tipologie di segnalibri in base al materiale con il quale vengono realizzati. I principali sono:
- tessuto;
- carta;
- legno;
- cuoio;
- magnetico;
- metallo.
I segnalibri in tessuto sono quelli, come detto, generalmente incollati ai libri. La tradizione indica come data di nascita quella del 1584 da parte dello stampatore britannico Christopher Barker. Egli donò alla regina Elisabetta I un libro all’interno del quale c’era un nastro di seta, un segnalibro appunto. Probabilmente l’uso è più antico, tanto che già i monaci amanuensi avevano l’abitudine di utilizzarli. Anche nel corso del Seicento si continua a realizzare segnalibri fissati alla copertina del libro.
A partire dal XIX secolo la storia dei segnalibri conosce un grande cambiamento. I segnalibri diventano autonomi e vengono utilizzati ottimi mezzi pubblicitari (e politici), ma anche oggetti da collezione. Da questo momento è possibile trovare segnalibri di cartoncino, in legno o anche in cuoio, con stampe e incisioni di qualsiasi tipo. Una particolarità è data dai segnalibri in metallo che permettono di ottenere oggetti molto eleganti e per questo particolarmente utili anche come regali.
Non è un caso, infatti, che i segnalibri vengano utilizzati come bomboniere, per accompagnare il dono di un libro o anche come souvenir di un viaggio. Per questo la possibilità di realizzare dei segnalibri personalizzabili, o di scegliere tra modelli tematici, è particolarmente apprezzata e utile per questo fine.
Infine negli ultimi anni è possibile anche trovare dei piccoli segnalibri magnetici. La loro particolarità è quella di essere piccoli e pieghevoli, consentendo non solo di segnare la pagina, ma anche il rigo o il capoverso al quale si è giunti con la lettura.
Una storia quella dei segnalibri davvero interessante e che denota un’unica grande verità: la bellezza e l’importanza dei libri. Leggere fa bene, farlo con un segnalibro che racconta esso stesso una storia, è qualcosa di sublime che nessun’altra esperienza è in grado di regalare.